Ecco qualche passo significativo tratto dai tre discorsi sulla famiglia tenuti da Jorge Mario Bergoglio, papa Francesco, dal 25 al 27 ottobre 2013 nella Sala Clementina e in piazza San Pietro.

Famiglia come comunità di persone (Sala Clementina, 25 ottobre).
La famiglia non è la somma delle persone che la costituiscono, ma una ‘comunità di persone’. E una comunità è di più che la somma delle persone. E’ il luogo dove si impara ad amare, il centro naturale della vita umana. E’ fatta di volti, di persone che amano, dialogano, si sacrificano per gli altri e difendono la vita, soprattutto quella più fragile, più debole. Si potrebbe dire, senza esagerare, che la famiglia è il motore del mondo e della storia (…) e chiede di essere riconosciuta come tale, tanto più oggi, quando prevale la tutela dei diritti individuali.

Il sacramento del matrimonio (Sala Clementina, 25 ottobre).
La famiglia si fonda sul matrimonio. Attraverso un atto d’amore libero e fedele, gli sposi cristiani testimoniano che il matrimonio, in quanto sacramento, è la base su cui si fonda la famiglia e rende più solida l’unione tra i coniugi e il loro reciproco donarsi.

Fatica e amore (Piazza San Pietro, 26 ottobre).
La vita spesso è faticosa, tante volte anche tragica! Abbiamo sentito recentemente…Lavorare è fatica; cercare lavoro è fatica. E trovare lavoro oggi chiede tanta fatica! Ma quello che pesa di più nella vita non è questo: quello che pesa di più di tutte queste cose è la mancanza di amore. Pesa non ricevere un sorriso, non essere accolti.

Sposi come Abramo (Piazza San Pietro, 26 ottobre).
Gli sposi nel momento del matrimonio non sanno cosa accadrà, non sanno quali gioie e quali dolori li attendono. Partono, come Abramo, si mettono in cammino insieme. E questo è il matrimonio! Partire e camminare insieme, mano nella mano, affidandosi alla grande mano del Signore. Mano nella mano, sempre e per tutta la vita! E non fare caso a questa cultura del provvisorio, che ci taglia la vita a pezzi!

Permesso, grazie, scusa (Piazza San Pietro, 26 ottobre).
Alcune settimane fa, in questa piazza, ho detto che per portare avanti una famiglia è necessario usare tre parole. Voglio ripeterlo. Tre parole: permesso, grazie, scusa. Tre parole chiave!

La preghiera (Piazza San Pietro, 27 ottobre).
Pregate qualche volta in famiglia? (…) Ma, in famiglia, come si fa? Perché sembra che la preghiera sia una cosa personale, e poi non c’è mai un momento adatto, tranquillo, in famiglia (…) Per pregare in famiglia ci vuole semplicità. Pregare insieme il ‘Padre nostro’, intorno alla tavola, non è una cosa straordinaria: è facile. E pregare insieme il Rosario, in famiglia, è molto bello, dà tanta forza! E anche pregare l’uno per l’altro: il marito per la moglie, la moglie per il marito, ambedue per i figli, i figli per i genitori, per i nonni…

Gioia in famiglia (Piazza San Pietro, 27 ottobre).
Care famiglie, voi lo sapete bene: la gioia vera che si gusta nella famiglia non è qualcosa di superficiale (…) Alla base di questo sentimento di gioia c’è la presenza di Dio (…), c’è il suo amore accogliente, misericordioso, rispettoso verso tutti. E soprattutto, un amore paziente: la pazienza è una virtù di Dio e ci insegna, in famiglia, ad avere questo amore paziente, l’uno con l’altro.